PREMESSA: se non siete giocatori di D&D non potrete capire qualche cosa presente in questo "Remake"
C’era una
volta, nel bel mezzo dell’inverno, con la neve che cadeva a fiocchi grandi come
pugni e si posavano a terra formando enormi distese bianche, una giovane regina
guerriera che combatteva per il suo regno, la sua abilità con la spada era
talmente grande da far paura al più prode degli spadaccini, e durante uno
scontro sotto il vessillo nero del suo regno venne ferita da una lancia nemica,
il suo sangue cadde sulla neve ed ella, colpita dalla bellezza del sangue che
risalta sul bianco della neve pensò: “Ah, se solo avessi una bambina, bianca
come la neve, rossa come il sangue e bruna come il vessillo del nostro regno”.
Poi la furia Berserker si impadronì di lei e sterminò tutti i nemici.
Ella non
sapeva di combattere sopra un terreno magico, in cui era stato lanciato un
incantesimo desiderio che avrebbe esaudito la volontà di chiunque lo spirito di
quelle terre ritenesse degno, così dopo qualche tempo la regina rimase incinta
e diede alla luce una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue, e
bruna come il vessillo del regno, che chiamò Biancaneve.
Tuttavia la
felicità durò ben poco, a seguito di una dura battaglia la regina guerriera
morì di spada nemica, ed il re, che non poté far nulla neanche con l’aiuto dei
chierici più bravi della contea, un anno dopo decise di risposarsi.
Prese in
sposa una potente stregona, una di quelle che se gli girano ti lancia uno
sciame di meteore e tu non ci sei più, questa stregona era molto bella oltre
che potente, ma altrettanto arrogante tanto da non sopportare chiunque fosse
più bella di lei.
Ogni giorno
consultava uno specchio magico, un potente artefatto in grado di sapere tutto e
dare le risposte a qualsiasi domanda, ma la nuova regina lo usava solo per
interrogarlo su chi fosse la più bella del reame, gli si parava davanti
specchiandosi e diceva:
« Specchio
specchio delle mie brame,
chi è la
più bella del reame? »
E lo
specchio rispondeva
« Del tuo
regno mia Signora, la più bella sei tu. »
E questo
aumentava il suo ego a dismisura, perché sapeva che lo specchio sapeva tutto, e
così proseguì per qualche anno, fino al momento in cui Biancaneve crebbe e
divenne una bella principessina, così, all’età di sette anni, era bella come la
luce del giorno, ed aveva anche il carisma alto.
La regina
come ogni giorno interrogò lo specchio:
« Specchio
specchio delle mie brame
Chi è la
più bella del reame? »
E lui
rispose:
« Grande è
il tuo livello di bellezza mia regina
Ma la più
bella del regno non sei più tu
Ma Biancaneve
che è bella mille volte più. »
Allora la
regina, presa dall’invidia, diventò di tutti i colori presenti in spruzzo
colorato, e da quel momento, ogni volta che incontrava Biancaneve non poté fare
a meno di odiarla sempre più, fino al momento in cui fallì la prova di volontà
e decise di assoldare un ranger ordinandogli di portarla nel bosco ed
ammazzarla.
« Uccidila,
» gli disse. « E come prova della sua morte portami il suo fegato e i suoi
polmoni. »
Allora il
ranger obbedì, la condusse nella foresta degli unicorni che si trovava lì
vicino, e quando fece per ammazzarla con la sua spada corta, la bambina scoppiò
a piangere.
« Ti prego
Ranger, non uccidermi, sono ancora giovane, ti prometto che scapperò nella
foresta e non tornerò più. »
Allora il
Ranger, preso dalla compassione, un po’ per bontà, e un po’ per una prova
mostruosa di diplomazia da parte di Biancaneve, decise di lasciarla andare.
« Vai,
scappa lontano più forte che puoi, finché la costituzione te lo permette, e non
farti più vedere. »
Anche se il
pensiero che qualche orda di goblin poteva catturarla ed ammazzarla brutalmente
gli balenò per la testa, si sentì comunque leggero in cuor suo, in quanto aveva
risparmiato una giovane vita.
Però il
Ranger voleva le monete d’oro che la stregona gli aveva promesso, così, visto e
considerato che per lui era giunta anche l’ora di rifocillarsi, uccise un
cinghiale, lo cucinò e ne salvò fegato e polmoni da portare alla regina.
Quest’ultima,
avuti gli organi da lei richiesti, li fece bollire dal suo cuoco e se li
mangiò.
Nel frattempo
Biancaneve, sola e sperduta nella fitta foresta, iniziò a correre più non posso
attraversando rovi e cadendo diverse volte ferendosi con pietre aguzze e rami
sporgenti, finché si ritrovò difronte ad una grotta al centro della foresta,
una grande entrata le si parò davanti, e lei, infreddolita e oramai stanca dopo
la lunga corsa, decise di entrare.
Non fece in
tempo a varcare la soglia della grotta che una puzza tremenda di cadavere la
investì, all’interno di essa i corpi morti di animali in putrefazione mezzi mangiati
emanavano un intenso odore nauseabondo, la piccola principessa, vista la sua
tempra bassa, non poté fare a meno di vomitare ed essere presa da forte nausea,
fino al momento in cui si riprese, dopo circa 6 round, e riuscì ad uscire dalla grotta.
Ma le
brutte soprese non erano ancora finite, mentre si stava allontanando dalla
grotta le si pararono davanti tre troll delle foreste incazzati ed affamati
perché non avevano trovato cibo per cena, Biancaneve impallidì più di quanto lo
era già ed iniziò a correre più non posso fra gli alberi della foresta
inseguita dai tre mostri, che avendo 12 metri a round ed essendo esperti esploratori, non tardarono a raggiungerla.
Arrivata ad
uno spiazzo aperto si ritrovò circondata, non poté fare altro che urlare dalla
paura mentre i troll le si avvicinavano affamati, fino al momento in cui svenne
dallo shock.
Proprio
mentre uno dei mostri era pronto a fracassarle la testa col suo randello una
freccia lo colpì al ventre e un urlo di battaglia si levò nel silenzio della
foresta: sette nani guerrieri armati e corazzati fino ai denti attaccarono i troll.
« Eccoli! »
Esclamò uno di loro brandendo un’enorme ascia bipenne. « Finalmente li abbiamo
trovati questi seminatori di morte della foresta. »
« Difendolo
mettiti davanti alla ragazzina in difesa nanica, tu Rompolo insieme a Spaccolo occupati
di quello più grosso, Centrolo tu attaccali con le frecce acide da lontano,
Squartolo e Abbattolo pensate a quello laggiù agli alberi, io mi occuperò del
più giovane. »
La
battaglia iniziò ad infuriare: Rompolo, armato di martello da guerra a due mani
fracassava le gambe ad uno dei troll mentre Spaccolo, con i fendenti precisi e
potenti delle sue asce lo colpiva al collo ed al busto, il troll tentava di
difendersi e di contrattacare con il suo randello pesante ma nulla poteva contro
le robuste armature dei nani che gli conferivano un +12 alla classe armatura ed un bonus di schivare di 4.
Squartolo e
Abbattolo fecero fuori in meno di due minuti il loro troll conficcandogli gli affilati spadoni pesanti al cuore e mettendo a segno un critico dopo l'altro, mentre l’ultimo e più giovane mostro cercò di
fuggire in mezzo al buio della foresta, approfittando della scurovisione, ma non riuscì a sottrarsi all’alabarda
che da dietro lo fece prima cadere colpendo le gambe e poi lo colpì
ripetutamente alla schiena.
Mentre
Centrolo finiva di scoccare le ultime frecce acide per impedire la
rigenerazione dei mostri gli altri si avvicinarono alla bambina .
« Che bella
bambina. » Esclamò Spaccolo. « Portiamola alla nostra capanna. » Continuò.
I nani non
vollero svegliare la bambina, così la portarono tenendola in braccio fino alla loro
capanna,dove dormì per due giorni, al secondo giorno ella aprì gli occhi e vide
i sette nerboruti guerrieri che la osservavano; spaventata si alzò dal letto di
scatto ma poi, viste le intenzioni amichevoli dei nani, si quietò e domandò
loro:
« Chi
siete? »
« Noi siamo
i sette nani guerrieri, » Rispose uno di loro. « Rompolo, Spaccolo, Difendolo, Squartolo,
Centrolo, Abbattolo, e io sono Devastolo. E tu chi sei? »
« Io sono
Biancaneve, vengo da oltre i sette monti. »
Così la
bambina raccontò loro tutte le peripezie che aveva passato e uno dei nani le
disse:
« Se ti
impegni a mettere in ordine la casa, fare tutte le faccende domestiche mentre
siamo alla miniera a cercare minerali preziosi o in battaglia e a farci trovare
sempre la cena pronta, noi promettiamo di proteggerti da ogni nemico. »
Biancaneve
accettò, ed i nani, contenti perché non dovevano essere più costretti a vivere
nella merda, accolsero a braccia aperte la bambina nella loro vita.
« Ma
attenzione, » la avvertì Devastolo. « Non far entrare mai nessuno in casa in nostra assenza, poiché
la tua matrigna prima o poi verrà a sapere che sei ancora viva e verrà a
cercarti. »
Così
passarono gli anni e Biancaneve crebbe diventando ancora più bella, fin quando
un giorno la regina, sicura della sua bellezza imbattibile, si rivolse
nuovamente allo specchio.
« Specchio
specchio delle mie brame,
Chi è la
più bella del reame? »
« Mia
regina, » Egli rispose. « Ma per reame
che intendete? Valgono anche i nati nel reame o solo i residenti? »
« Ma che ne
so, fai quelli nati del reame, tanto la risposta già la conosco. »
« Beh mia
regina, del reame sarà anche lei la più bella,
ma oltre il
reame la più bella sicuramente non sei tu,
alla casa
dei sette nani oltre i monti,
Biancaneve
e bella diecimila volte più. »
«
Diecimila? »
«
Diecimilacinquanta per la precisione, ho arrotondato per difetto. »
La matrigna,
adirata, si rese conto che il Ranger la aveva ingannata, allora si mise a
tavolino e pensò ad un metodo per far fuori Biancaneve una volta per tutte, prese
dei nastrini da vita e li incantò con un potente incantesimo di animare oggetti,
fece un goffo tentativo di camuffarsi da venditrice ambulante e si diresse
oltre i monti, dove lo specchio le aveva indicato.
Trovò la
casetta dei nani e bussò alla porta.
« Cosa
vuole buona donna? » Chiese Biancaneve affacciandosi alla finestra.
« Vendo
merce, merce di tutti i tipi. » Rispose la matrigna.
Così
Biancaneve, che aveva l’abilità di percepire intenzioni di uno stuzzicadenti, fece
entrare l’anziana signora credendola innocua.
« Guarda
che aspetto trasandato che hai, bella come sei meriti in regalo i miei nastrini
da vita, lascia che te ne allacci uno io. »
Biancaneve
si fece abbindolare e lasciò che la matrigna allacciasse il nastrino attorno
alla sua vita, questo si animò stringendo talmente forte che fece svenire la
ragazza.
« Ora non
sei più la più bella del reame. »Esultò la stregona lasciando la casetta.
Poco dopo i
nani rientrarono e rimasero atterriti vedendo Biancaneve a terra priva di
sensi, così la sollevarono da terra e in quel momento i nastrini animati della
matrigna li attaccarono venendo distrutti subito senza problemi, una volta distrutto
anche il nastrino che bloccava il respiro alla giovane ragazza, ella
riprese i sensi e raccontò ai guerrieri
quanto accaduto.
« La tua
matrigna si sarà sicuramente vestita da venditrice e ti avrà ingannata, per le
prossime volte ricordati di non farla entrare se si ripresentasse alla porta di
casa. » Disse uno di loro.
Nel
frattempo la perfida regina, appena tornata al castello, si presentò davanti
allo specchio.
« Specchio
specc…. »
«
Biancaneve, sempre Biancaneve. » la interruppe lo specchio.
La regina capì
allora di aver fallito e, su tutte le furie, urlò. « Questa volta ti ucciderò
definitivamente! »
Allora il
giorno dopo prese un pettine e lo avvelenò con del potente veleno di scorpione
colossale, stavolta fece su di se un
incantesimo metamorfosi e si diresse nuovamente verso la casa.
Bussò alla
porta e Biancaneve, affacciata alla finestra, le disse.
« Non ho il
permesso di far entrare nessuno, se ne vada. »
« Non vuole
neanche dare un’occhiata alla merce? » Insisté la vecchia porgendole la cesta.
Biancaneve,
che non aveva capito ancora bene la lezione dell’altra volta, fu colpita dalla
bellezza del pettine che la matrigna aveva preparato e, dopo aver trattato sul
prezzo, decise di comprarlo.
« Adesso
lascia che ti pettini per bene i capelli. » Disse la vecchia infilando il
pettine in mezzo alla chioma bruna della ragazza.
Non fece
neanche in tempo a dare la prima passata che il veleno fece il suo effetto e
Biancaneve cadde a terra priva di sensi.
« Ora
voglio vedere chi sarà la più bella. » Sghignazzò mentre se ne andava.
La sera i
nani tornarono a casa stremati da una lunga battaglia contro un clan di coboldi
e non credettero ai loro occhi quando videro la ragazza nuovamente a terra
priva di sensi, esaminato il pettine e scoperto il veleno le diedero una pozione di rimuovi veleno
e Biancaneve riprese subito coscienza, raccontò loro quanto accaduto e di nuovo
si raccomandarono di non aprire per nessun motivo a nessuno in loro assenza.
Il mattino
dopo la regina, baldanzosa e sicura di se, si specchiò davanti all’artefatto, e
si preparava a fare la sua solita domanda quando una voce si udì dallo
specchio.
«
Biancaneve. » Disse lo specchio con voce scocciata.
La regina
allora si voltò bruscamente senza dire una parola, ribolliva di rabbia che neanche un barbaro in ira, prese
un pentolone, qualche ampolla, e dopo una prova ben riuscita di alchimia e
mescere pozioni, creò una mela maledetta, che a vederla avrebbe invogliato
chiunque a mangiarla.
Si vestì da
contadina e dopo aver truccato il viso si mise in viaggio verso la casa dei
sette nani, attraversati i monti arrivò, bussò alla porta e la voce di
Biancaneve risuonò da dentro la casetta.
« Non farò
entrare nessuno. »
« Ma non c’è
bisogno di entrare signorina, la mia
merce posso vendertela anche da fuori, guarda che bella mela. »
« No, non
mi fido. »
« Hai forse
paura che sia avvelenata? » Disse la matrigna tagliando la mela in due e dando
morso al pezzo che non aveva maledetto.
Allora
Biancaneve, vedendo che anche la contadina mangiava la mela, non contenta delle esperienze precedenti è con un+20 di circostanza a percepire intenzioni, non seppe
resistere e, subendo in pieno il raggiro della perfida matrigna, prese l’altra metà della mela mordendola e mandando giù un boccone.
Proprio in quell’istante, cadde a terra, morta.
La regina,
trionfante, si allontanò alla svelta e si diresse subito al castello.
« Questa
volta i nani non potranno fare niente per salvarti, stupida ragazzina. »
Una volta arrivata
corse alla stanza dello specchio e domandò.
« Specchio
specchio delle mie brame
Chi è la
più bella del reame? »
« Di tutto
il reame mia Signora, la più bella sei tu. »
Così il cuore
colmo di invidia della stregona si calmò ed ella tornò trionfante nelle sue
stanze.
Nel
frattempo i sette guerrieri, tornati a casa, trovarono il corpo senza vita di
Biancaneve, la maledizione le aveva tolto ogni forza vitale, provarono a
rianimarla, le diedero pozioni di rimuovi veleno, cura ferite gravi, ristorare,
ma niente riuscì a risvegliare la ragazza, questa volta era veramente morta.
Allora i
nani la misero in una bara di vetro, poiché non volevano seppellirla nella
fredda terra, la portarono in cima ad un monte , dove il suo corpo avrebbe riposato alla luce de sole, in
modo che chiunque, passando, avrebbe potuto ammirare la sua bellezza immutata.
Da quel
giorno, uno di loro restava sempre a guardia del feretro, in modo che nessuno
potesse violarlo.
Capitò un
giorno che un principe, chierico di alto livello, si trovò a passare per caso
nelle vicinanze e, visto il feretro ed estasiato dalla bellezza della ragazza, volle
provare a risvegliarla.
I nani si
opposero al fatto di lasciare che un estraneo mettesse le mani sul corpo della
loro bambina, ma alla fine l’insistenza del principe, e forse qualche suo
incantesimo di ammaliamento lanciato di nascosto, li convinse a lasciarlo provare.
Lasciarono
la bara di vetro a terra, il giovane principe provò tutti gli incantesimi che
erano in suo potere per risvegliare la ragazza, ma niente ebbe effetto.
Alla fine
dovette rinunciare, ordinò ai suoi servi di sollevare la bara e rimetterla al
proprio posto, ma proprio mentre la stavano spostando, cadde a terra facendo
sobbalzare il corpo di Biancaneve; lo scossone le fece sputare il pezzo di mela
ingerito e lei, dopo pochi minuti, riaprì gli occhi e si mise seduta sopra la
bara.
« Cos’è
successo? » Domandò
I nani
raccontarono tutto l’accaduto ed il principe le prese la mano implorandola di
andare con lui e sposarlo.
Biancaneve
accettò e lo seguì, il matrimonio fu organizzato ed accolto con grande
entusiasmo e, tra gli invitati, ci fu anche la matrigna della ragazza.
Il giorno
delle nozze la stregona indossò i suoi abiti più belli e si mise davanti allo
specchio magico.
« Specchio
specchio delle mie brame
Chi è la
più bella del reame? »
« Del tuo
regno la più bella sei tu,
ma la nuova
regina lo è tanto di più. » Rispose lo specchio.
La regina
presa dalla rabbia urlò.
« Chi
sarebbe questa nuova regina più bella di me? »
«
Biancaneve. » Ribatté lo specchio.
La rabbia
accecò la regina che prese lo specchio e lo sbatté a terra rompendolo in mille
pezzi. Nella foga si era dimenticata che si trattava di un artefatto divino, creato da Mystra in persona, la quale si adirò abbastanza per
quanto accaduto ed inviò il suo araldo divino al palazzo della matrigna,
che,dopo averla legata e fustigata, la privò della magia e con un incantesimo permanente di metamorfosi, la trasmutò in una padella per urine da letto.
Nel
frattempo le nozze di Biancaneve e del principe si svolsero, e loro vissero per
sempre felici e contenti.
Ma in tutto questo mi sono sempre domandato che fine avesse fatto il re.
Così mi sono immaginato un cane bianco con la parrucca nera, le gote rosse disegnate ed il rossetto, gironzolare intorno al re, che, scambiandolo per Biancaneve, non si fece troppe domande. Da qui si capisce anche da chi viene la scarsa abilità in percepire intenzioni della giovane ragazza.
The end
Ma in tutto questo mi sono sempre domandato che fine avesse fatto il re.
Così mi sono immaginato un cane bianco con la parrucca nera, le gote rosse disegnate ed il rossetto, gironzolare intorno al re, che, scambiandolo per Biancaneve, non si fece troppe domande. Da qui si capisce anche da chi viene la scarsa abilità in percepire intenzioni della giovane ragazza.
The end