mercoledì 4 novembre 2015

Biancaneve e i sette nani guerrieri


PREMESSA: se non siete giocatori di D&D non potrete capire qualche cosa presente in questo "Remake"



C’era una volta, nel bel mezzo dell’inverno, con la neve che cadeva a fiocchi grandi come pugni e si posavano a terra formando enormi distese bianche, una giovane regina guerriera che combatteva per il suo regno, la sua abilità con la spada era talmente grande da far paura al più prode degli spadaccini, e durante uno scontro sotto il vessillo nero del suo regno venne ferita da una lancia nemica, il suo sangue cadde sulla neve ed ella, colpita dalla bellezza del sangue che risalta sul bianco della neve pensò: “Ah, se solo avessi una bambina, bianca come la neve, rossa come il sangue e bruna come il vessillo del nostro regno”. Poi la furia Berserker si impadronì di lei e sterminò tutti i nemici.
Ella non sapeva di combattere sopra un terreno magico, in cui era stato lanciato un incantesimo desiderio che avrebbe esaudito la volontà di chiunque lo spirito di quelle terre ritenesse degno, così dopo qualche tempo la regina rimase incinta e diede alla luce una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue, e bruna come il vessillo del regno, che chiamò Biancaneve.
Tuttavia la felicità durò ben poco, a seguito di una dura battaglia la regina guerriera morì di spada nemica, ed il re, che non poté far nulla neanche con l’aiuto dei chierici più bravi della contea, un anno dopo decise di risposarsi.
Prese in sposa una potente stregona, una di quelle che se gli girano ti lancia uno sciame di meteore e tu non ci sei più, questa stregona era molto bella oltre che potente, ma altrettanto arrogante tanto da non sopportare chiunque fosse più bella di lei.
Ogni giorno consultava uno specchio magico, un potente artefatto in grado di sapere tutto e dare le risposte a qualsiasi domanda, ma la nuova regina lo usava solo per interrogarlo su chi fosse la più bella del reame, gli si parava davanti specchiandosi e diceva:

« Specchio specchio delle mie brame,
chi è la più bella del reame? »
E lo specchio rispondeva
« Del tuo regno mia Signora, la più bella sei tu. »

E questo aumentava il suo ego a dismisura, perché sapeva che lo specchio sapeva tutto, e così proseguì per qualche anno, fino al momento in cui Biancaneve crebbe e divenne una bella principessina, così, all’età di sette anni, era bella come la luce del giorno, ed aveva anche il carisma alto.

La regina come ogni giorno interrogò lo specchio:

« Specchio specchio delle mie brame
Chi è la più bella del reame? »
E lui rispose:
« Grande è il tuo livello di bellezza mia regina
Ma la più bella del regno non sei più tu
Ma Biancaneve che è bella mille volte più. »

Allora la regina, presa dall’invidia, diventò di tutti i colori presenti in spruzzo colorato, e da quel momento, ogni volta che incontrava Biancaneve non poté fare a meno di odiarla sempre più, fino al momento in cui fallì la prova di volontà e decise di assoldare un ranger ordinandogli di portarla nel bosco ed ammazzarla.
« Uccidila, » gli disse. « E come prova della sua morte portami il suo fegato e i suoi polmoni. »
Allora il ranger obbedì, la condusse nella foresta degli unicorni che si trovava lì vicino, e quando fece per ammazzarla con la sua spada corta, la bambina scoppiò a piangere.
« Ti prego Ranger, non uccidermi, sono ancora giovane, ti prometto che scapperò nella foresta e non tornerò più. »
Allora il Ranger, preso dalla compassione, un po’ per bontà, e un po’ per una prova mostruosa di diplomazia da parte di Biancaneve, decise di lasciarla andare.
« Vai, scappa lontano più forte che puoi, finché la costituzione te lo permette, e non farti più vedere. »
Anche se il pensiero che qualche orda di goblin poteva catturarla ed ammazzarla brutalmente gli balenò per la testa, si sentì comunque leggero in cuor suo, in quanto aveva risparmiato una giovane vita.
Però il Ranger voleva le monete d’oro che la stregona gli aveva promesso, così, visto e considerato che per lui era giunta anche l’ora di rifocillarsi, uccise un cinghiale, lo cucinò e ne salvò fegato e polmoni da portare alla regina.
Quest’ultima, avuti gli organi da lei richiesti, li fece bollire dal suo cuoco e se li mangiò.
Nel frattempo Biancaneve, sola e sperduta nella fitta foresta, iniziò a correre più non posso attraversando rovi e cadendo diverse volte ferendosi con pietre aguzze e rami sporgenti, finché si ritrovò difronte ad una grotta al centro della foresta, una grande entrata le si parò davanti, e lei, infreddolita e oramai stanca dopo la lunga corsa, decise di entrare.
Non fece in tempo a varcare la soglia della grotta che una puzza tremenda di cadavere la investì, all’interno di essa i corpi morti di animali in putrefazione mezzi mangiati emanavano un intenso odore nauseabondo, la piccola principessa, vista la sua tempra bassa, non poté fare a meno di vomitare ed essere presa da forte nausea, fino al momento in cui si riprese, dopo circa 6 round, e riuscì ad uscire dalla grotta.
Ma le brutte soprese non erano ancora finite, mentre si stava allontanando dalla grotta le si pararono davanti tre troll delle foreste incazzati ed affamati perché non avevano trovato cibo per cena, Biancaneve impallidì più di quanto lo era già ed iniziò a correre più non posso fra gli alberi della foresta inseguita dai tre mostri, che avendo 12 metri a round ed essendo esperti esploratori, non tardarono a raggiungerla.
Arrivata ad uno spiazzo aperto si ritrovò circondata, non poté fare altro che urlare dalla paura mentre i troll le si avvicinavano affamati, fino al momento in cui svenne dallo shock.
Proprio mentre uno dei mostri era pronto a fracassarle la testa col suo randello una freccia lo colpì al ventre e un urlo di battaglia si levò nel silenzio della foresta: sette nani guerrieri armati e corazzati fino ai denti attaccarono i troll.
« Eccoli! » Esclamò uno di loro brandendo un’enorme ascia bipenne. « Finalmente li abbiamo trovati questi seminatori di morte della foresta. »
« Difendolo mettiti davanti alla ragazzina in difesa nanica, tu Rompolo insieme a Spaccolo occupati di quello più grosso, Centrolo tu attaccali con le frecce acide da lontano, Squartolo e Abbattolo pensate a quello laggiù agli alberi, io mi occuperò del più giovane. »
La battaglia iniziò ad infuriare: Rompolo, armato di martello da guerra a due mani fracassava le gambe ad uno dei troll mentre Spaccolo, con i fendenti precisi e potenti delle sue asce lo colpiva al collo ed al busto, il troll tentava di difendersi e di contrattacare con il suo randello pesante ma nulla poteva contro le robuste armature dei nani che gli conferivano un +12 alla classe armatura ed un bonus di schivare di 4.
Squartolo e Abbattolo fecero fuori in meno di due minuti il loro troll conficcandogli gli affilati spadoni pesanti al cuore e mettendo a segno un critico dopo l'altro, mentre l’ultimo e più giovane mostro cercò di fuggire in mezzo al buio della foresta, approfittando della scurovisione, ma non riuscì a sottrarsi all’alabarda che da dietro lo fece prima cadere colpendo le gambe e poi lo colpì ripetutamente alla schiena.
Mentre Centrolo finiva di scoccare le ultime frecce acide per impedire la rigenerazione dei mostri gli altri si avvicinarono alla bambina .
« Che bella bambina. » Esclamò Spaccolo. « Portiamola alla nostra capanna. » Continuò.
I nani non vollero svegliare la bambina, così la portarono tenendola in braccio fino alla loro capanna,dove dormì per due giorni, al secondo giorno ella aprì gli occhi e vide i sette nerboruti guerrieri che la osservavano; spaventata si alzò dal letto di scatto ma poi, viste le intenzioni amichevoli dei nani, si quietò e domandò loro:
« Chi siete? »
« Noi siamo i sette nani guerrieri, » Rispose uno di loro. « Rompolo, Spaccolo, Difendolo, Squartolo, Centrolo, Abbattolo, e io sono Devastolo. E tu chi sei? »
« Io sono Biancaneve, vengo da oltre i sette monti. »
Così la bambina raccontò loro tutte le peripezie che aveva passato e uno dei nani le disse:
« Se ti impegni a mettere in ordine la casa, fare tutte le faccende domestiche mentre siamo alla miniera a cercare minerali preziosi o in battaglia e a farci trovare sempre la cena pronta, noi promettiamo di proteggerti da ogni nemico. »
Biancaneve accettò, ed i nani, contenti perché non dovevano essere più costretti a vivere nella merda, accolsero a braccia aperte la bambina nella loro vita.
« Ma attenzione, » la avvertì Devastolo. « Non far entrare mai nessuno in casa in nostra assenza, poiché la tua matrigna prima o poi verrà a sapere che sei ancora viva e verrà a cercarti. »
Così passarono gli anni e Biancaneve crebbe diventando ancora più bella, fin quando un giorno la regina, sicura della sua bellezza imbattibile, si rivolse nuovamente allo specchio.

« Specchio specchio delle mie brame,
Chi è la più bella del reame? »
« Mia regina, » Egli rispose.  « Ma per reame che intendete? Valgono anche i nati nel reame o solo i residenti? »
« Ma che ne so, fai quelli nati del reame, tanto la risposta già la conosco. »
« Beh mia regina, del reame sarà anche lei la più bella,
ma oltre il reame la più bella sicuramente non sei tu,
alla casa dei sette nani oltre i monti,
Biancaneve e bella diecimila volte più. »
« Diecimila? »
« Diecimilacinquanta per la precisione, ho arrotondato per difetto. »

La matrigna, adirata, si rese conto che il Ranger la aveva ingannata, allora si mise a tavolino e pensò ad un metodo per far fuori Biancaneve una volta per tutte, prese dei nastrini da vita e li incantò con un potente incantesimo di animare oggetti, fece un goffo tentativo di camuffarsi da venditrice ambulante e si diresse oltre i monti, dove lo specchio le aveva indicato.
Trovò la casetta dei nani e bussò alla porta.
« Cosa vuole buona donna? » Chiese Biancaneve affacciandosi alla finestra.
« Vendo merce, merce di tutti i tipi. » Rispose la matrigna.
Così Biancaneve, che aveva l’abilità di percepire intenzioni di uno stuzzicadenti, fece entrare l’anziana signora credendola innocua.
« Guarda che aspetto trasandato che hai, bella come sei meriti in regalo i miei nastrini da vita, lascia che te ne allacci uno io. »
Biancaneve si fece abbindolare e lasciò che la matrigna allacciasse il nastrino attorno alla sua vita, questo si animò stringendo talmente forte che fece svenire la ragazza.
« Ora non sei più la più bella del reame. »Esultò la stregona lasciando la casetta.
Poco dopo i nani rientrarono e rimasero atterriti vedendo Biancaneve a terra priva di sensi, così la sollevarono da terra e in quel momento i nastrini animati della matrigna li attaccarono venendo distrutti subito senza problemi, una volta distrutto anche il nastrino che bloccava il respiro alla giovane ragazza, ella riprese i sensi e  raccontò ai guerrieri quanto accaduto.
« La tua matrigna si sarà sicuramente vestita da venditrice e ti avrà ingannata, per le prossime volte ricordati di non farla entrare se si ripresentasse alla porta di casa. » Disse uno di loro.

Nel frattempo la perfida regina, appena tornata al castello, si presentò davanti allo specchio.

« Specchio specc…. »
« Biancaneve, sempre Biancaneve. » la interruppe lo specchio.

La regina capì allora di aver fallito e, su tutte le furie, urlò. « Questa volta ti ucciderò definitivamente! »
Allora il giorno dopo prese un pettine e lo avvelenò con del potente veleno di scorpione colossale,  stavolta fece su di se un incantesimo metamorfosi e si diresse nuovamente verso la casa.
Bussò alla porta e Biancaneve, affacciata alla finestra, le disse.
« Non ho il permesso di far entrare nessuno, se ne vada. »
« Non vuole neanche dare un’occhiata alla merce? » Insisté la vecchia porgendole la cesta.
Biancaneve, che non aveva capito ancora bene la lezione dell’altra volta, fu colpita dalla bellezza del pettine che la matrigna aveva preparato e, dopo aver trattato sul prezzo, decise di comprarlo.
« Adesso lascia che ti pettini per bene i capelli. » Disse la vecchia infilando il pettine in mezzo alla chioma bruna della ragazza.
Non fece neanche in tempo a dare la prima passata che il veleno fece il suo effetto e Biancaneve cadde a terra priva di sensi.
« Ora voglio vedere chi sarà la più bella. » Sghignazzò mentre se ne andava.
La sera i nani tornarono a casa stremati da una lunga battaglia contro un clan di coboldi e non credettero ai loro occhi quando videro la ragazza nuovamente a terra priva di sensi, esaminato il pettine e scoperto il veleno le diedero una pozione di rimuovi veleno e Biancaneve riprese subito coscienza, raccontò loro quanto accaduto e di nuovo si raccomandarono di non aprire per nessun motivo a nessuno in loro assenza.

Il mattino dopo la regina, baldanzosa e sicura di se, si specchiò davanti all’artefatto, e si preparava a fare la sua solita domanda quando una voce si udì dallo specchio.

« Biancaneve. » Disse lo specchio con voce scocciata.

La regina allora si voltò bruscamente senza dire una parola, ribolliva di rabbia che neanche un barbaro in ira, prese un pentolone, qualche ampolla, e dopo una prova ben riuscita di alchimia e mescere pozioni, creò una mela maledetta, che a vederla avrebbe invogliato chiunque a mangiarla.
Si vestì da contadina e dopo aver truccato il viso si mise in viaggio verso la casa dei sette nani, attraversati i monti arrivò, bussò alla porta e la voce di Biancaneve risuonò da dentro la casetta.
« Non farò entrare nessuno. »
« Ma non c’è bisogno di entrare  signorina, la mia merce posso vendertela anche da fuori, guarda che bella mela. »
« No, non mi fido. »
« Hai forse paura che sia avvelenata? » Disse la matrigna tagliando la mela in due e dando morso al pezzo che non aveva maledetto.
Allora Biancaneve, vedendo che anche la contadina mangiava la mela, non contenta delle esperienze precedenti è con un+20 di circostanza a percepire intenzioni, non seppe resistere e, subendo in pieno il raggiro della perfida matrigna, prese l’altra metà della mela mordendola e mandando giù un boccone. Proprio in quell’istante, cadde a terra, morta.
La regina, trionfante, si allontanò alla svelta e si diresse subito al castello.
« Questa volta i nani non potranno fare niente per salvarti, stupida ragazzina. »
Una volta arrivata corse alla stanza dello specchio e domandò.

« Specchio specchio delle mie brame
Chi è la più bella del reame? »
« Di tutto il reame mia Signora, la più bella sei tu. »

Così il cuore colmo di invidia della stregona si calmò ed ella tornò trionfante nelle sue stanze.
Nel frattempo i sette guerrieri, tornati a casa, trovarono il corpo senza vita di Biancaneve, la maledizione le aveva tolto ogni forza vitale, provarono a rianimarla, le diedero pozioni di rimuovi veleno, cura ferite gravi, ristorare, ma niente riuscì a risvegliare la ragazza, questa volta era veramente morta.
Allora i nani la misero in una bara di vetro, poiché non volevano seppellirla nella fredda terra, la portarono in cima ad un monte , dove il suo corpo avrebbe riposato alla luce de sole, in modo che chiunque, passando, avrebbe potuto ammirare la sua bellezza immutata.
Da quel giorno, uno di loro restava sempre a guardia del feretro, in modo che nessuno potesse violarlo.
Capitò un giorno che un principe, chierico di alto livello, si trovò a passare per caso nelle vicinanze e, visto il feretro ed estasiato dalla bellezza della ragazza, volle provare a risvegliarla.
I nani si opposero al fatto di lasciare che un estraneo mettesse le mani sul corpo della loro bambina, ma alla fine l’insistenza del principe, e forse qualche suo incantesimo di ammaliamento lanciato di nascosto, li convinse a lasciarlo provare.
Lasciarono la bara di vetro a terra, il giovane principe provò tutti gli incantesimi che erano in suo potere per risvegliare la ragazza, ma niente ebbe effetto.
Alla fine dovette rinunciare, ordinò ai suoi servi di sollevare la bara e rimetterla al proprio posto, ma proprio mentre la stavano spostando, cadde a terra facendo sobbalzare il corpo di Biancaneve; lo scossone le fece sputare il pezzo di mela ingerito e lei, dopo pochi minuti, riaprì gli occhi e si mise seduta sopra la bara.
« Cos’è successo? » Domandò
I nani raccontarono tutto l’accaduto ed il principe le prese la mano implorandola di andare con lui e sposarlo.
Biancaneve accettò e lo seguì, il matrimonio fu organizzato ed accolto con grande entusiasmo e, tra gli invitati, ci fu anche la matrigna della ragazza.
Il giorno delle nozze la stregona indossò i suoi abiti più belli e si mise davanti allo specchio magico.

« Specchio specchio delle mie brame
Chi è la più bella del reame? »
« Del tuo regno la più bella sei tu,
ma la nuova regina lo è tanto di più. » Rispose lo specchio.

La regina presa dalla rabbia urlò.
« Chi sarebbe questa nuova regina più bella di me? »
« Biancaneve. » Ribatté lo specchio.

La rabbia accecò la regina che prese lo specchio e lo sbatté a terra rompendolo in mille pezzi. Nella foga si era dimenticata che si trattava di un artefatto divino,  creato da Mystra in persona, la quale si adirò abbastanza per quanto accaduto ed inviò il suo araldo divino al palazzo della matrigna, che,dopo averla legata e fustigata, la privò della magia e con un incantesimo permanente di metamorfosi, la trasmutò in una padella per urine da letto.

Nel frattempo le nozze di Biancaneve e del principe si svolsero, e loro vissero per sempre felici e contenti.

Ma in tutto questo mi sono sempre domandato che fine avesse fatto il re.

Così mi sono immaginato un cane bianco con la parrucca nera, le gote rosse disegnate ed il rossetto, gironzolare intorno al re, che, scambiandolo per Biancaneve, non si fece troppe domande. Da qui si capisce anche da chi viene la scarsa abilità in percepire intenzioni della giovane ragazza.

The end